Ulisse…..è tornato a casa!!!


Per sedici lunghi sono rimasti a Itaca, a scavare, studiare, osservare, a percorrere con non poca fatica le tracce di Ulisse, e ora, finalmente, il clamoroso annuncio della scoperta che se confermata farebbe uscire l’eroe di Omero dal Mito per farlo entrare nella realtà.
Il clamore di cui parliamo riguarda la notizia secondo cui apparterrebbero al palazzo dell’avventuroso figlio di Laerte, simbolo stesso del coraggio, dell’astuzia e della sete di conoscenza, i resti individuati nell’isola delle Ionie da un’équipe di archeologi greci.
Una notizia clamorosa, appunto, che confermerebbe, laddove storici e profani avessero ancora qualche dubbio, l’esistenza del mitico re, e che attribuirebbe automaticamente storicità alla Guerra di Troia cantata da Omero nell’Iliade.
Questa notizia è stata data dal professor Atanasio Papadopoulos, dell’Università di Ioannina, che è a capo di un’équipe di archeologi che da oltre tre lustri realizza scavi nel Nord di Itaca sulle tracce dell’eroe, e che ha detto di credere che i resti di un grande edificio a tre livelli in località Exogi siano quelli del palazzo omerico.
La storia pervenutaci racconta che qui Ulisse tornò dopo il lunghissimo viaggio al termine della guerra di Troia per riabbracciare finalmente la fedele Penelope dopo aver sterminato i Proci che avevano invaso la sua casa, attentato alla virtù della moglie e tentato di usurpare il suo regno.
A conferma dell’identificazione del palazzo, con scale scavate nella roccia, stanno frammenti di porcellana micenea e una fontana che risale al 1300 a.C., l’epoca in cui sarebbe vissuto l’eroe omerico cantato da Dante nel XXVI canto dell’Inferno.
Il professor Papadopoulos ha spiegato che il palazzo è simile per dimensioni e struttura a quelli già attribuiti ad altri eroi cantati nei poemi omerici: Agamennone, Menelao o Nestore a Micene, Pellana, Pilos,Tirinto.
Questo ritrovamento fa il paio con quello del 2006 quando il professor Yannos Lolos riportò alla luce a Salamina il palazzo che sarebbe stato di Aiace Telamonio e ritenne di avere individuato nella stessa isola un grande monumento funebre in suo onore.
Papadopoulos e la sua collega Litsa Kontorli avevano già rinvenuto in anni recenti a Itaca una tavoletta con incisa una scena cantata nell’Odissea e assai nota: Ulisse che si fa legare dai suoi uomini all’albero della nave per resistere al canto delle sirene. Già in quell’occasione i due archeologi avevano annunciato di “essere vicini” alla scoperta del palazzo dell’eroe.
L’importanza del ritrovamento, se confermato, è straordinaria, non essendo sin qui mai stata definitivamente accertata, malgrado le scoperte archeologiche a cominciare da quelle di Schliemann, la storicità della guerra di Troia e quindi l’esistenza di eroi quali Achille, Ulisse, Aiace, Ettore. La stessa localizzazione dell’Itaca omerica è contestata, e persino la figura di Omero quale autore nel VII secolo avanti Cristo sia dell’Iliade che dell’Odissea, è oggetto di controversia.
Il destino dell’isola di Itaca – in perfetta linea con la metafora della nostalgia – sembra essere quello di non essere mai trovata: del resto, fece molta fatica Ulisse a individuare i lidi della sua patria, come viene narrato nell’Odissea. E anche oggi i turisti a Itaca (che in greco moderno si chiama Ithaki) sono relativamente pochi, ma quelli che arrivano sono bene accolti.
Geograficamente l’isola – che, insieme a Corfù, Citera e Cefalonia appartiene all’arcipelago delle Ionie, le più vicine all’Italia – si estende per poco meno di cento chilometri quadrati, ha cinquemila abitanti e il suo capoluogo è Vathy, che ha una delle più grandi baie naturali al mondo.
Esistono diversi  promontori: Exogi, dove è stato individuato il palazzo, nella parte più occidentale, Melissa al nord, Mavronos ed Agios Ilias ad est, insieme ad Schinous, Sarakiniko ed Agios Ioannis, al sud invece si incontra il Capo Agiou Andreou.
La costa è punteggiata da molte baie: Afales a nordovest, Frikes e Kioni a nord-est, il golfo di Ormos e la baia di Sarakiniko sono invece esposte a sud-est.
L’isola è abitata già dal XXI secolo a.C. ed è stata la capitale della Cefalonia durante il periodo di Micene. L’impero romano occupò l’isola nel II secolo a.C., e in seguito essa divenne parte dell’impero Bizantino. I Normanni regnarono su Itaca nel XII e XIII secolo e dopo un periodo di dominazione turca, cadde nelle mani dei veneziani.
In seguito è stata occupata dalla Francia alla fine del XVIII secolo e nel 1809 fu conquistata dal Regno Unito. Nel 1864 la Grecia l’ha liberata. La maggior parte dell’isola è stata distrutta da un terremoto nel 1953. Itaca è brulla e rocciosa, (petrosa, ci dice Foscolo) dalla forma quasi bizzarra, impervia nella sua costa occidentale.Verdi baie e insenature che offrono protezione da qualsiasi tempesta caratterizzano la parte orientale. Pare che nell’antichità fosse molto evoluta. Secondo alcuni era addirittura la capitale della civiltà micenea dei guerrieri Achei, agricoltori e allevatori provenienti dalle steppe euroasiatiche, che dopo l’esplosione di Santorini e la distruzione delle coste cretesi prese il posto di quella minoica.

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